Settimana della celiachia, a Prato si riflette sulle soluzioni
Con le diagnosi in aumento del 10% all'anno, il Festival del Pane di Prato ha dedicato un intero convegno all'intolleranza al glutine proprio durante la Settimana nazionale di informazione sulla celiachia, per esortare la ricerca di soluzioni
Pubblicato il 13/06/2013PRATO – La soluzione alla celiachia? Potrebbe essere nella riscoperta dei grani antichi o nella creazione di nuovi. Quel che è certo è che sono circa 600 mila i casi presunti di intolleranza al glutine, e 135 mila quelli accertati. Una statistica che fa riflettere sull'urgenza di una ricerca scientifica mirata a trovare soluzioni a questo grave problema alimentare.
Sono solo alcune delle riflessioni emerse nel corso della prima edizione del Festival del Pane di Prato, che ha dedicato un intero convegno alla celiachia tenutosi oggi, giornata di apertura del festival, al salone consiliare del palazzo comunale di Prato. Una data non casuale: quella in corso dal 10 al 16 giugno è infatti la seconda edizione della Settimana nazionale di informazione su sensibilità al glutine e celiachia, promossa da DS-Gluten free con il supporto scientifico di Dr. Schär Institute e il patrocinio dell'Associazione italiana di dietetica e nutrizione.
L'Associazione italiana celiachia stima una cresciuta delle diagnosi ufficiali di intolleranza al glutine del 10% all'anno, con il 25% della popolazione italiana a rischio celiachia. Un problema che potrebbe essere stato provocato dal mutamento delle abitudini alimentari, come ha sottolineato oggi a Prato la dottoressa Laura Gazza, ricercatrice del Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura (Cra-Qce): «Il glutine non è presente nella farina nel suo stato originale, ma si sviluppa quando si aggiunge acqua e si impasta. I frumenti teneri coltivati nella prima metà del secolo scorso risultano meno tossici dei frumenti attuali. Un esempio è il grano Monococco, che presenta un glutine molto poco strutturato».
A rincarare la dose ci ha pensato anche Stefano Benedettelli, docente alla facoltà di agraria dell'Università di Firenze: «La velocizzazione nel produrre pane e pasta può determinare una serie di inconvenienti. Anche la lievitazione è importante per avere un pane più digeribile, e dovrebbe avvenire utilizzando lievito madre».