Donne e celiachia: tanti problemi se non si riconosce la malattia
Disturbi della fertilità e della gravidanza, osteoporosi, menopausa precoce: sono solo alcuni disturbi che colpiscono le donne affette da celiachia senza saperlo.
Pubblicato il 15/06/2015Soffrono di anemia, hanno difficoltà a diventare mamme, hanno l'osteoporosi nonostante la giovane età o sono entrate in menopausa troppo presto. Sono le donne affette da celiachia, la malattia autoimmune dell'intestino che porta a tanti altri effetti collaterali nel sesso femminile. La celiachia, infatti, sarebbe prevalentemente una malattia che colpisce le donne, e spesso dietro ai disturbi che abbiamo elencato si cela la causa primaria di un'intolleranza al glutine non riconosciuta: lo affermano le stime riportate dall'ultima Relazione al parlamento sulla celiachia, realizzata dal Ministero della salute.
A fronte di circa 115 mila pazienti diagnosticate, afferma la relazione, ci sono ancora 280 mila donne italiane celiache che non lo sanno, e che non trattando la malattia, aumentano il rischio di complicanze specifiche femminili come i disturbi della fertilità (amenorrea, menarca tardivo, menopausa precoce, dismenorrea, endometriosi) e della gravidanza (poliabortività, ritardo di crescita intra-uterino, prematurità). Inoltre, le donne celiache che non seguono una dieta senza glutine risentono maggiormente di alcune condizioni cui sono più esposte fisiologicamente, quali l'anemia da carenza di ferro e acido folico e l'osteoporosi. Una diagnosi precoce e accurata, che possa eliminare sin da subito il glutine dalla dieta, è l'unica arma di prevenzione contro queste condizioni cliniche associate alla celiachia.
Di questo tema si è parlato lo scorso mercoledì al Padiglione Italia di Expo 2015, nell'ambito degli incontri organizzati dal Ministero della salute allo Spazio donna. Alle donne affette da celiachia si è parlato anche di cui contesti che necessitano di un'opportuna informazione, e cioè la donazione di cordone ombelicale e la prima introduzione di glutine durante lo svezzamento dei figli a rischio genetico di celiachia.