Grano monococco: un'antica varietà in soccorso dei celiaci
Uno studio del Cnr fa emergere il profilo genetico più semplice di questo cereale, che non è comunque indicato per i celiaci, ma che è tollerato dai sensibili al glutine e può aiutare nella prevenzione della celiachia.
Pubblicato il 14/07/2015C’è un’antica specie di grano che può aiutare nella prevenzione della celiachia. La notizia sembra una contraddizione, ma non lo è: stiamo infatti parlando del grano monococco, conosciuto anche come 'piccolo farro', che contiene una varietà di glutine più fragile rispetto al grano tenero. Questa caratteristica rende il cereale più digeribile e meno tossico per l'organismo dell'uomo, anche se celiaco.
La scoperta è merito di uno studio condotto da un team di ricercatori del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), coordinati dal professor Gianfranco Mamone dell'Istituto di scienze dell'alimentazione di Avellino e da Carmen Gianfrani dell'Istituto di biochimica delle proteine di Napoli. Lo studio, pubblicato sulla rivista "Molecular nutrition and food research" (leggi l'abstract), è stato recentemente ripreso anche dall'autorevole sito specializzato Il Fatto Alimentare.
I ricercatori del Cnr hanno riprodotto in vitro il processo di digestione gastrointestinale con cellule prelevate da soggetti celiaci, dimostrando che la parte proteica del glutine, quella dannosa per i celiaci, è in gran parte distrutta durante il processo di digestione del grano monococco; cosa che non avviene con il grano tenero.
Il grano monococco non è comunque indicato per i celiaci, ma i ricercatori affermano che può essere una buona alternativa al grano tenero per chi rischia di manifestare questa malattia, in genere in caso di predisposizione genetica. È infatti dimostrato che una dieta povera di glutine può limitare l’insorgenza della celiachia. Inoltre, il grano monococco è ben tollerato da chi soffre di sensibilità al glutine, un disturbo alimentare che ha caratteristiche diverse dalla celiachia.
Questo cereale deve le sue caratteristiche a un profilo genetico più semplice. Le sue origini risalgono a più di diecimila anni fa e ha costituito la base della dieta degli agricoltori per molto tempo, per poi essere sostituito dal grano tenero e duro, più redditizi e facili da coltivare.
Ora la ricerca del Cnr si muoverà verso esperimenti sui soggetti intolleranti per avere la conferma della minore tossicità del monococco per riportare questo grano antico sulla nostra tavola.
fonte: Il Fatto Alimentare