Celiachia, infertilità e poliabortività: cosa dice la medicina
I celiaci hanno un tasso di aborto spontaneo ricorrente e di infertilità fino a quattro volte superiore rispetto alla popolazione generale.
Pubblicato il 31/07/2017di Valerio Langella
La consapevolezza della Malattia Celiaca (CD) è progressivamente aumentata nell’ultimo ventennio; ciò si è tradotto in un aumento del numero di diagnosi, in un declino delle manifestazioni e complicazioni legate alla malattia e a un miglioramento delle risorse e del supporto per i pazienti affetti da CD.
Oltre che poco specifici, se presenti, segni e sintomi sono estremamente variabili per esordio, intensità e durata: dolore crampiforme allo stomaco, dimagramento e perdita di peso, gonfiore, diarrea, stanchezza cronica, anemia, dolori ossei/articolari, depressione, manifestazioni cutanee, problemi di infertilità.
Per infertilità si intende l'incapacità biologica di procreare; è anche definita come assenza di gravidanza dopo almeno un anno di tentativi o sei mesi nelle donne di età maggiore di 35 anni. Il termine viene impropriamente utilizzato anche nei casi di poliabortività. Anche se è comunemente ritenuto che l'infertilità è correlata a problematiche proprie della donna, ciò è dimostrabile solo in un terzo dei casi; nei rimanenti casi l’infertilità è attribuibile a problematiche del maschio (circa il 40%) o sono secondari a una combinazione di fattori sconosciuti o ad un mix di complicanze maschili e femminili.
L’associazione tra infertilità e celiachia è stata ed è tuttora oggetto di numerosi studi che evidenziano nei celiaci un tasso di aborto spontaneo ricorrente e di infertilità fino a quattro volte superiore rispetto alla popolazione generale. Inoltre in alcuni di questi studi, anche italiani, i ricercatori suggeriscono che la CD rappresenta un fattore di rischio non solo per aborti spontanei ricorrenti, ma anche menarca ritardato, riduzione del periodo riproduttivo, aumento di casi di menopausa precoce, disfunzioni gonadiche ed alterazioni del ciclo mestruale che sono di per sè causa o comunque contribuiscono all’infertilità.
L'esatta ragione dell’aumentato rischio rimane sconosciuta e le ipotesi fisiopatologiche, ovvero una possibile carenza nutrizionale (zinco, selenio e acido folico) o meccanismi autoimmuni (attività extra intestinale degli Ab anti-transglutaminasi), sono ancora tutte da dimostrare. Ciò che invece si evince da quasi tutti gli studi metanalitici presi in considerazione è che le manifestazioni di CD sono parzialmente o in alcuni casi totalmente correggibili con una dieta senza glutine.
In conclusione, seppure non sia dimostrato che la celiachia causa infertilità, alcune società scientifiche (National Institute for Health and Care Excellence, UK; American Society for Reproductive Medicine, USA) raccomandano la ricerca di Ab specifici per CD in persone con subfertilità inspiegabile (al di sotto dei livelli normali di fertilità) o aborti spontanei ricorrenti.
Il dr. Valerio Langella è allergologo, medico internista, pneumologo.
Questo articolo è stato originariamente pubblicato su Medicitalia.